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L’apartheid dell’acqua

Attualissimo il caso controverso del recente accordo tra Iren S.p.A. e Mekorot Israel National Water Co. Ltd., l’impresa israeliana accusata di aver contribuito per decenni alla creazione di una vera e propria “apartheid” dell’acqua ai danni della popolazione palestinese.

I fatti

In data 10 gennaio 2023, la multiutility italiana Iren S.p.A. diffonde una nota stampa con la quale comunica la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Mekorot Israel National Water Company Ltd., la compagnia idrica nazionale israeliana, “per lo sviluppo e la condivisione delle rispettive conoscenze industriali e best practice nel settore idrico”.

Iren e Mekorot, le compagnie firmatarie

Iren S.p.A. è una holding multiservizi italiana a partecipazione prevalentemente pubblica che opera in settori di pubblico interesse, quali l’energia elettrica, il gas, l’energia termica per teleriscaldamento, l’efficienza energetica, la gestione dei servizi idrici integrati, ambientali e tecnologici. La Mekorot Water Company, di proprietà del governo israeliano, è la compagnia idrica nazionale di Israele. Secondo quanto riportato dal sito ufficiale, Mekorot è la principale agenzia del paese per la gestione delle acque potabili, l’approvvigionamento idrico, la desalinizzazione, il trattamento e il riutilizzo delle acque reflue, il ripristino della qualità delle risorse idriche e la sicurezza delle fonti d’acqua.

Condivisione e cooperazione 

L’accordo che Iren ha raggiunto con Mekorot consente alle due aziende di beneficiare della condivisione dei rispettivi know-how, con il grande vantaggio di poter accedere da un lato a soluzioni tecnologiche e organizzative di eccellenza, tipiche dell’ecosistema israeliano, e dall’altro di testare differenti soluzioni nel complesso ambito europeo” afferma Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, cofirmatario del protocollo d’intesa assieme a Yitzhak Aharonovich, presidente di Mekorot. Le due imprese, come riportato dal comunicato stampa di gennaio, valuteranno possibili forme di cooperazione. L’accordo si propone, difatti, come volano per la costituzione di una piattaforma di collaborazione per lo sviluppo e la commercializzazione di nuove tecnologie. Stando alla nota, “Iren e Mekorot ritengono che la condivisione di competenze possa essere di grande aiuto per affrontare i repentini cambiamenti climatici a cui è sottoposto il pianeta e nello stesso tempo continuare a fornire acqua di qualità alle popolazioni.”

Numerose polemiche seguono immediatamente la diffusione della nota di gennaio.

Controversie e polemiche

Mekorot è accusata di gravi violazioni dei diritti umani perpetrate nei territori occupati da Israele. Al Haq, organizzazione palestinese per i diritti umani, ha denunciato la compagnia israeliana in un rapporto secondo il quale Mekorot sarebbe una delle compagnie responsabili per la deliberata negazione di accesso alle risorse idriche e violazione della sovranità sulle risorse naturali nei territori palestinesi occupati. “La disparità di accesso all’acqua tra israeliani e palestinesi è davvero sconcertante” riporta Amnesty International nel 2017. La nota ONG muove numerose accuse contro l’impresa israeliana, tra cui l’implementazione di politiche e pratiche discriminatorie negli OPT, lo sviluppo di infrastrutture acquifere usufruibili esclusivamente da Israele, il sabotaggio di fonti idriche nella West Bank occupata.

Si parla, quindi, di una vera e propria “apartheid” dell’acqua ai danni della popolazione palestinese, costretta ad affrontare continue restrizioni di accessibilità e scarsità d’acqua. “È opportuno ricordare che Mekorot rifornisce le colonie israeliane al prezzo di circa 3 shekel per metro cubo, mentre rivende alla popolazione palestinese dei territori occupati a un prezzo decuplicato, pari a 30 shekel per metro cubo” scrive la consigliera comunale Alice Ravinale in un’interpellanza rivolta al Sindaco di Torino e all’Assessore competente. “A fronte delle gravi violazioni perpetrate da Mekorot, si ritiene opportuna la collaborazione commerciale di Iren con Mekorot?”.

Una caso di Corporate (ir)Responsibility?

Secondo l’interpellanza della Ravinale, Iren “si rende di fatto complice di una simile situazione che prosegue ormai da decenni, così come denunciato già da CGIL, CISL e UIL con comunicato del 13 gennaio 2023 nonché da diversi organi di stampa.” E chiede spiegazioni. È quindi una questione di Corporate Social “(ir)Responsibility”? Si attende una maggiore chiarezza sulla questione.

Marta Lioce